La circonvallazione verde di Bergamo
Viaggio nella "città dei borlanti"
Quello che sto per descrivere è qualcosa di più di un semplice giro in bicicletta: è la ricerca di un filo verde che riconnetta luoghi dimenticati, per ridare loro un senso in rapporto al territorio di pianura che circonda Bergamo.
Un territorio che l'impetuoso sviluppo edilizio degli ultimi 50 anni ha fortemente compromesso. Eppure, tra nuovi quartieri, capannoni industriali e strade trafficate, resiste ancora qualche fazzoletto di campagna, antichi borghi, chiesette e ville storiche che meritano attenzione. E il nostro intento è rintracciare, tra anonimi sobborghi urbani, un percorso ciclistico che disegni la futura cintura verde intorno alla città.
Il prof. Renato Ferlinghetti definisce questo insieme come "città dei borlanti", alludendo ai ciotoli di fiume di cui sono fatti gli edifici che anticamente costituivano un'esile trama di piccoli nuclei agricoli e strutture fortificate, connessi tra loro da una rete di corsi d'acqua, sentieri e campi coltivati.
Per riscoprire queste meraviglie partiamo dall'Università di via dei Caniana e, seguendo via Moroni, antica strada per Milano, superiamo il passaggio a livello. Svoltiamo in via Finazzi e, con pochi colpi di pedale, ci troviamo quasi in campagna. Da una parte la ferrovia per Lecco, dall'altra i terreni agricoli a nord del quartiere di Villaggio degli Sposi.
Raggiungiamo via Martin Luther King e, seguendo la ciclabile, entriamo nel Parco Martin Lutero alla Trucca, il più grande della città, che offre belle visuali su Città Alta e i Colli. Ne usciamo verso sud e, attraversato in sicurezza l'Asse Interurbano, siamo a Curnasco: seguendo le vie Bergamo e Cadorna, non tardiamo a riconoscerne il nucleo storico. Proseguiamo in direzione di Lallio e, lungo via Piave, giungiamo nei pressi dell'impianto di depurazione delle acque fognarie cittadine: non un luogo di grande poesia, ma vitale per il benessere della comunità.
Svoltando in via Cermenati, passiamo accanto al Centro Sociale Paci Paciana. Ritroviamo poi la via per Milano, che seguiamo per un breve tratto, girando poi a sinistra in via Gorizia, e addentrandoci nel borgo di Grumello al Piano. Qui, le cascine a destra, offrono alcuni begli esempi di muri in borlanti.
Proseguiamo fino a piazza Aquileia e alla chiesa del quartiere. Imboccando il viottolo a sinistra della facciata, ci ritroviamo nel più significativo brano di campagna rimasto nel territorio cittadino, parte di quel Parco Agricolo Ecologico recentemente inglobato nel perimetro del Parco dei Colli. Il paesaggio ci regala scorci mozzafiato di Città Alta e delle Prealpi, con gli agglomerati moderni che circondano il centro storico quasi scomparsi alla vista.
La stradina sterrata ci porta a sottopassare la linea ferroviaria per Milano e, sempre in mezzo ai campi, ci conduce a Colognola, altro borgo agricolo un tempo comune autonomo. Una piccola deviazione nel cuore dell'abitato per ammirare l'antica chiesa di San Sisto, oggi auditorium e poi via, verso Azzano San Paolo, costeggiando il cimitero, con adiacente settore islamico.
Giunti ad Azzano, svoltiamo in via Oberdan fino a incrociare la via per Zanica. La attraversiamo con cautela e percorriamo la ciclabile verso Bergamo fino al Centro Galassia. Vi entriamo e, zigzagando tra i capannoni, prendiamo la nuova strada che costeggia il lato nord del Fly Park.
Presto scorgiamo un viottolo sulla sinistra. E' la bella via dei Prati, che ci consente di tornare in campagna, costeggiando il Morla e raggiungendo il borgo di Campagnola, dove ad occhi attenti non possono sfuggire le tracce del Castello Grumelli, importante complesso fortificato medievale, oggi quasi irriconoscibile perché inglobato in vecchie case.
Lasciamo le chiese vecchia e nuova di Campagnola e percorriamo via Gasperini, ma dopo poco, sulla destra, sostiamo alla cascina fortificata, rigorosamente in borlanti, oggi sede degli Alpini, dominata dalla torre Gargani, teatro di sanguinose battaglie al tempo dei Guelfi e Ghibellini.
Proseguendo verso Boccaleone, mentre sulla sinistra un brano di campagna regala belle viste su Città Alta, verso destra si dipana una sequenza di Ville di delizia sei-settecentesche di notevole interesse, tutt'oggi ben riconoscibili.
Giunti al quartiere di Boccaleone, notiamo sulla destra la bella cascina oggi sede della biblioteca di quartiere e proseguiamo verso nord, superando il passaggio a livello della ferrovia per Brescia.
Seguendo via Pizzo Recastello giungiamo intersechiamo via Borgo Palazzo e ci troviamo in via Daste e Spalenga: a sinistra la roggia Morlana; a destra, dopo poco, quel che resta dello stabilimento Industrie Riunite Filati, oggetto di una riconversione urbanistica nei primi anni 2000. Oltre alla ciminiera mozzata, ammiriamo la ex Centrale Termoelettrica, opera del 1935, vero tempio dell'energia nel '900 e presto polo socio-culturale a scala urbana. Poco più avanti sono riconoscibili le 2 antiche cascine Daste e Spalenga che danno il nome a questa località citata fin dal medioevo.
Una piccola deviazione che sentiamo di consigliare è quella verso l'adiacente quartiere di Celadina: attraverso le vie Monte Gleno, Monte Tesoro e Celadina, si arriva a via Pizzo dei Tre Signori dove sorge il Centro Terza Età ristrutturato nel 2007 su progetto di Nicola Eynard e Studio Habilis.
Continuando verso nord, tramite via Deledda raggiungiamo, in Comune di Gorle, il "Bajo", quartiere-giardino, costruito negli anni '70: villette immerse nel verde, raccolte intorno ad un parco pubblico. Lo attraversiamo e sbocchiamo su una rotatoria. Poco più a ovest, diamo un'occhiata alla villa Bajo, elegante e malconcia costruzione neoclassica, opera di Simone Elia.
La nostra esplorazione ci porta ora verso nord, a intercettare via Martinella, seguendo la quale, in direzione ovest, giungiamo al quartiere di Redona. Attraversiamo via Corridoni e percorrendo via Montello, incontriamo la roggia Serio, storicamente nota come Fossatum Comunis Pergami. La seguiamo fino al cuore del quartiere e oltre, lungo via Berlese.
Dopo essere passati sotto la circonvallazione, imbocchiamo la ciclabile che, sempre costeggiando la roggia, passa tra via Corridoni e la ex Reggiani. Eccoci in Borgo Santa Caterina che percorriamo fino al "Ponte della Morla" ed alla ex Caserma Montelungo dove, dopo 23 km, si conclude la biciclettata. Così, partiti da una sede universitaria esistente, terminiamo in una imminente, futuro studentato e centro sportivo dell'ateneo bergamasco.